Arcevia

RTEmagicC_StemmaArcevia.gifCOMUNE DI ARCEVIA

 

 

Il territoriRTEmagicC_arcevia-porta2.jpgo arceviese presenta insediamenti che dalla preistoria giungono fino ai giorni nostri. In località di Ponte di Pietra è stato scoperto un insediamento risalente a circa 20.000 anni fa. L’età del rame è rappresentata da Donelle, sito di importanza eccezionale nell’ambito della protostoria italiana. Alla fine dell’XI sec. a.C. (età del Bronzo) appartiene l’insediamento sulla sommità del monte Croce-Guardia che sovrasta Arcevia. La zona torna ad offrire testimonianze molto rilevanti durante il periodo dell’invazione celtica dei Galli Senoni. In località Montefortino si trovavano un luogo di culto ed una grande necropoli da cui sono stati recuperati preziosissimi materiali (armi, corredi ceramici e corone auree). In epoca romana il territorio di Arcevia venne suddiviso tra i Municipi di Sentinum, Ostra e Suasa, e diversi piccoli insediamenti rurali prosperarono soprattutto tra il I e il IV secolo d. C. L’origine del centro abitato di Rocca Contrada, oggi Arcevia, viene fatto risalire, da un’antica leggenda, all’epoca dell’invasione franca al seguito di Carlo Magno (VIII-IX d. C.), come indicherebbe la dedica della Chiesa principale a S. Medardo, anticamente molto venerato oltralpe. Sorta in una zona di confine dove convissero longobardi, bizantini e franchi, Rocca Contrada si fortificò sino a costituirsi in Libero Comune tra il XII e XIII sec.

Dopo diversi assedi papalini, i roccheggiani aprirono le porte a Sigismondo Pandolfo Malatesta, ritornando così alleati della Chiesa. Per questa sua fedeltà, le fu conferito, nel 1449, il titolo di “Propugnaculum Ecclesiae” da papa Nicola V. Nel XVI sec. divenne luogo di soggiorno per nobili casati, personaggi illustri ed alti prelati, arricchendosi così di suntuosi palazzi ed opere d’arte. Quando lo Stato della Chiesa incorporò il Ducato di Urbino, la Duchessa Livia della Rovere ottenne il Governorato perpetuo di Rocca Contrada lasciandovi significative testimonianze.

Nel 1817 Pio VII con Lettera Apostolica mutò il nome di Rocca Contrada in Arcevia, confermandone il nobile e antico titolo di “città”. La strada provinciale 360 che sale lungo la fiancata sinistra della valle del fiume Misa, mentre il panorama si apre dal Monte San Vicino al Monte Camiliano ed appare la Parrocchiale di San Silvestro sulle mura in cotto di Montale e subito dopo il profilo del castello di Piticchio ed in fondo alla vallata dell’Acquaviva si intravede il famoso vallo preistorico di Conelle, la strada che continua a salire per stretti tornanti giunge ad Arcevia, l’antica Roccacontrada. “Roccacontrada è castello ai confini della Marca, di torri e di natura di luogo munitissimo, et in quello è la Rocca per sito e per mura fortissime. Non era speranza di poterla per forza havere, ma per assedio o carestia di acqua”.

Così nel 1434 Giovanni Simonetta, biografo ufficiale di Francesco Sforza descrive Roccacontrada. RTEmagicC_arcevia.jpgLa cittadina allungata su un contrafforte, all’inizio della valle che domina fino all’Adriatico, ancora oggi è circondata interamente da una possente cinta muraria in pietra bianca, con quattro porte e torrioni a presidio delle antiche vie di accesso. Centro culturale, turistico ed agricolo importante fin dal Rinascimento, conserva ancora la struttura urbanistica medioevale.

Il vasto territorio abitato fin dalla preistoria conserva reperti molto interessanti nel Museo Archeologico Statale del Centro Storico, dal neolitico alla necropoli gallica di Montefortino. Alla fine dell’ottavo secolo si costituì la prima comunità di origine franco longobarda che dedicò la Chiesa più importante a San Medardo, vescovo francese sepolto in una grande Abbazia a Soissons, mentre nel territorio venivano edificate altre abbazie dedicate a San Michele Arcangelo protettore prima dei Longobardi e poi dei Franchi. Sul Monte Camiliano il 16 settembre 2007 è stata riconsacrata, dopo complessi lavori di restauro, l’antichissima Chiesa dell’Arcangelo Michele, la prima Chiesa in Italia dedicata alla polizia di Stato.

Tra il 1200 ed il 1600 Rocca Contrada fu tra i Comuni più importanti delle Marche per estensione di territorio conquistato, per popolazione, per la sua ubicazione strategica, per alleanze politico militari, per la lavorazione del ferro, della ceramica e del cuoio. Braccio Fortebraccio dei Conti di Montone nel 1407, chiamato in soccorso per spezzare un lungo assedio, chiamò Roccacontrada “fondamento del vasto suo imperio” vi risiedette più volte e nel 1420 nominò suo figlio Oddo conte di Roccacontrada. L’episodio è ricordato da una imponente stele posta al Ponte del Goro nel seicentesimo anniversario. L’attuale cinta muraria è stata costruita da Roberto di Sanseverino per ordine di Francesco Sforza, suo nipote nel 1434. Luca Signorelli soggiornò a Roccacontrada dal 1507 al 1508 dipingendo il grandioso Polittico ed il Battesimo sul Giordano per la Collegiata di San Medardo e la Madonna in RTEmagicC_arcevia3.jpgTrono con i Santi per la Chiesa di San Francesco, requisita dai francesi nel 1811 per la pinacoteca di Brera, chiamata la Pala di Arcevia e ritornata per la mostra inaugurata il 13 marzo da Vittorio Sgarbi che sarà aperta fino al 28 settembre.

Nella Collegiata di San Menardo vi sono anche capolavori di Della Robbia, Ridolfi, Cantarini, Ramazzani, Piergentile da Matelica e Venanzo da Camerino, Corrado Teutonico, Lionardo Scaglia, Cesarino del Roscetto e memorie di illustri arceviesi, Angelo Rocca, Anselmo Anselmi, Padre Giuseppe Giafranceschi, Gerolamo Mannelli. L’itinerario urbano nell’antico centro storico comprende anche la Chiesa, la torre campanaria ed il complesso museale di San Francesco, Il Teatro, le Chiese di Santa Maria del Soccorso, San Sebastiano, San Francesco di Paola e Sant’Agata di Arcangelo ed Andrea Vici, famosi architetti che saranno ricordati nel 2008 con importanti celebrazioni, Palazzo Mannelli, Palazzo Mannucci-Ruggeri, Palazzo Comunale, Palazzo Anselmi, Parco Leopardi Torrione di Santa Lucia.

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