Orciano di Pesaro

 

Comune di Orciano di Pesaro

Piazzale della Ripa, 1 – 0721 97424

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Dove oggi è ubicato Orciano, esisteva una selva molto estesa in mezzo alla quale sorgeva un piccolo tempio consacrato al dio pagano Giano che prediceva il futuro. In quel tempio si recavano tutti i popoli circonvicini, per implorare l’oracolo, cioè la risposta che credevano di ricevere dal dio stesso alle loro richieste e, nel medesimo tempo, riponevano in un vaso a forma di orcio posto sull’altare le loro offerte in monete. Pertanto v’è da credere che dall’urna di Giano derivi il nome di Orciano, dal latino “Urceanus“. Dal VII fino al XII secolo Orciano, come tanti altri nel contado di Fano, fu travolto nelle terribili vicende di guerra. Dopo alterne vicende nel 1339 Galeotto Malatesta, della signoria di Rimini, entrò in possesso delle terre di Orciano e gravò di ingenti tasse i suoi abitanti che, esasperati, si ribellarono. Una volta repressa l’ira degli Orcianesi, Galeotto Malatesta per guadagnarsi la benevolenza della popolazione elargì ad essa doni, onori e per sua cura venne eretta nel 1348 la Porta denominata “di sotto” ed innalzata la Torre che, alta e superba, domina il centro storico. Un periodo di tranquillità Orciano lo visse con Giovanni della Rovere che divenuto signore anche di Orciano apportò migliorìe alla cittadina. Con la scomparsa della dinastia roveresca, le terre del Ducato di Urbino passarono a far parte dello Stato Pontificio.

 

Santa Maria Novella eretta nel 1492 su disegno dell’archittetto fiorentino Baccio Pontelli. L’ingresso è incorniciato e impreziosito da uno stupendo portale in pietra scolpita in bassorilievo, che la tradizione popolare attribuisce a Raffaello di Urbino.

Torre Malatestiana fatta costruire da Galeotto Malatesta nel 1348. Riportata a nuova foggia dall’architetto fiorentino Baccio Pontelli, fa corpo con la bella chiesa di Santa Maria Novella.

In Orciano sono gelosamente custodite due pregevoli opere d’arte: la prima è una tela del Morganti, del 1500, rappresentante lo sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria. La seconda è una statua in legno di scuola veneziana che raffigura il Cristo Morto. Al muro d’ingresso della torre campanaria, si può ammirare uno stemma “in quartato” di pietra arenaria. E’ attribuito al Duca di Urbino Francesco Maria I Della Rovere, nominato dal papa Prefetto di Roma.

 

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