Filottrano
Comune di Filottrano
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La sua storia millenaria è tra le meno conosciute della Regione. I resti più antichi, ritrovati in scavi sistematici nel 1911-12, mostrano la presenza di una antica civiltà capannicola dell’età del bronzo. A questi si sovrappose una “Statio” fondata dai Galli Senoni nel III° secolo a.C. Quando i Romani occuparono il Piceno (268 a.C.) crebe un presidio militare, che poi divenne un’importante colonia romana col nome di Veragra. Plinio il Vecchio annovera la colonia romana di Veragra fra le città situate nel mezzo del Piceno. Il nome Filottrano viene fato risalire a Mons Filiorum Octrani (Optrani, Ottrani).
Il primo documento in cui si legge il toponimo è del 1187. Oggi si può ragionevolmente supporre che la città sorse intorno all’anno 1000 e prese il nome dai figli di un Ottrano (ceppo di origine longobarda), personaggio noto e importante al suo tempo in tutta la Marca, come si evince dai registri farfensi. Filottrano nel 1530 pubblicò i suoi “Statuti” per regolamentare la crescita civile della sua gente. Sono di questi anni le più importanti costruzioni civili e religiose. Il Pontefice Pio VI nel 1790 la elesse a Città, modificandone il nome da “Mons Filiorum Octrani” all’attuale Filottrano. Nel 1808 le Marche furono annesse al Regno d’Italia di Napoleone. Nel 1860 entrò a far parte del Regno d’Italia sotto Vittorio Emanuele II.
Museo del Biroccio marchigiano
Nato nel 1967 per iniziativa di Glauco Luchetti che ha raccolto carri marchigiani dipinti (i birocci), strumenti fondamentali nell’attività agricola del XIX e XX secolo. I carri pesano intorno ai quattro quintali e sono costruiti in legno di olmo con parti in noce, quercia e acacia. I dipinti hanno colori vivaci e gli stili sono diversi da una zona all’altra.
Museo della Civiltà contadina
Istituito nel 1995 è ospitato nei locali dell’ex Monastero di S. Chiara. E’ una collezione privata recentemente arricchita da interessanti manufatti etnografici.
